Ragade anale

La ragade anale è una piccola ferita localizzata nel canale anale, che causa intenso dolore sanguinamento e/o prurito. Colpisce prevalentemente individui tra i 20 ed i 40 anni con netta prevalenza del sesso maschile. Nella sola fascia d’età tra 0 e 19 anni le donne presentano un’incidenza 2,5 volte maggiore.

La causa esatta della ragade anale è sconosciuta, ma sicuramente l’ipertono del muscolo sfintere anale interno è una condizione predisponente a cui s’aggiungono come fattori scatenanti, la stipsi ostinata, gli stati infiammatori della regione anorettale e la diarrea.

La cura: Almeno il 50% delle ragadi anali guariscono da sole o mediante una terapia medica (pomate da applicare localmente, integratori di fibre da aggiungere alla dieta ) ed accurate norme igienico alimentari (evitare la stitichezza ed effettuare semicupi frequenti in acqua tiepida della durata di almeno 20 minuti per più volte al giorno). Se la ragade non guarisce dopo aver effettuato la terapia medica, bisogna intervenire sul fattore predisponente e perseverare nell’eliminare i fattori scatenanti. Negli ultimi tempi studi controllati hanno dimostrato una buona efficacia nel curare tale patologia mediante l’utilizzo di una pomata alla nitroglicerina, o tramite l’applicazione della tossina botulinica. L’utilizzo dei dilatatori anali crioterapici offre ottimi risultati ( applicazioni quotidiane endoanali per circa 30 giorni con una valida ginnastica del muscolo sfintere anale interno). Tali trattamenti agiscono sulla causa scatenante della ragade anale, ossia l’ipertono sfinteriale e la scarsa vascolarizzazione.
Quando tali metodi falliscono, l’intervento chirurgico diventa la terapia di scelta. Esso deve essere eseguito da un chirurgo colorettale, ossia da un chirurgo che ha per formazione scientifica e per pratica chirurgica un elevata esperienza nel campo. L’intervento consiste nel sezionare in maniera modulata la parte inferiore delle fibre del muscolo sfintere anale interno. Ciò consente alla ragade anale di guarire con una degenza di appena 12 ore. Tale metodica valutata singolarmente su ogni paziente, raramente può causare incontinenza ai gas e/o alle feci. La guarigione completa si ottiene in 4, 6 settimane ed il dolore scompare nei primi giorni post operatori.

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